Timkat – Epifania Etiope

Published On: 14 Agosto 2020|Tags: |
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Il Timkat è l’Epifania della Chiesa ortodossa etíope, e contrariamente alla epifania italiana non celebra la venuta dei Re Magi, bensì il battesimo di Cristo. Cade il 19 Gennaio (20 gennaio durante l’anno bisestile),il  Timkat, è la più grande festa per i cristiani ortodossi in Etiopia.

Ketera, La vigilia del Timkat

La vigilia del Timkat si chiama Ketera.  Durante questa giornata i Tabot, che simboleggia l’Arca dell’Alleanza e le tavole della Legge che Mosè ricevette sul Monte Sinai, di ciascuna chiesa vengono portati in processione verso un fiume o una pozza d’acqua dove avrà luogo la celebrazione del giorno successivo. Qui viene allestita una tenda speciale in cui ogni tabot riposa mentre i membri del coro della chiesa intonano gli inni. Questo è accompagnato da una danza speciale dei sacerdoti.

La notte che precede il Timkat

I sacerdoti, vestiti con ricche vesti cerimoniali e ombrelli intessuti di fili d’oro, pregano per tutta la notte, cantano e suonano con tamburi e strumenti locali, dondolando l’incensiere dal quale esce il profumo dell’incenso che invade l’aria, benedicendo l’acqua intorno a una piscina o del fiume o del lago dove avrà luogo la celebrazione il giorno successivo. Per tutta la notte migliaia di pellegrini, tra i quali molte donne vestite di candido cotone, arrivano da ogni parte del Paese, camminando anche per giorni e giorni per poter partecipare a questo momento memorabile, quasi a sembrare un esodo biblico. Verso le 2:00 del giorno seguente viene celebrata la santa messa, le celebrazioni hanno il culmine all’alba, quando la gente si immerge nell’ acqua e prega.

Il giorno del Timkat

Dopo la preghiera, un sacerdote anziano usa una croce processionale dorata per benedire l’acqua ed estinguere una candela consacrata che brucia nell’acqua. Quindi spruzza l’acqua sulla congregazione riunita in commemorazione del battesimo di Cristo.

La cerimonia del Timkat è una commemorazione, non un battesimo annuale. Dopo il battesimo, i Taboti di ogni chiesa, eccetto la chiesa di San Michele, ricominciano il rientro verso le rispettive chiese. Gli anziani marciano solennemente, accompagnati dal canto, dai sacerdoti e dai giovani che saltano, dal battito del bastone e dai bastoncini di preghiera che ricordano gli antichi riti dell’Antico Testamento.

Il giorno successivo, il 20 gennaio, si celebra la festa di Michele Arcangelo, il santo più popolare dell’Etiopia. Ed è solo questa mattina il Tabot di San Michele fa rientro nella sua chiesa. Termina così la celebrazione di tre giorni, una cerimonia unica della Chiesa ortodossa etiope, che si è evoluta in relativo isolamento dal resto del mondo.

Il posto migliore per partecipare all’evento sono Lalibela, Gondar o Addis Abeba.