L’affascinante e inospitale Dallol, Dancalia – Etiopia

Published On: 17 Agosto 2020|Tags: , |
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Dallol (116 metri sotto il livello del mare) è la depressione più bassa di tutta l’Africa, e allo stesso tempo, uno dei luoghi più caldi del pianeta con temperature medie pari a 35 gradi Celsius.

I laghi acidi che ribollono in questo deserto sono uno dei luoghi più suggestivi dell’intera Africa. Questo variegato mosaico di colorate sorgenti termali che dal giallo sfumano al verde  e al marrone, deve il suo aspetto surreale ai molti minerali presenti nel terreno, in particolare sali, come il cloruro di potassio, sodio e magnesio; ma anche ferro, fosforo e lo zolfo che incornicia di giallo acceso molte delle sorgenti. Intorno tutto bolle: il vapore fuoriesce dai buchi della terra rendendo lo scenario surreale, ultraterreno, tanto terrificante quanto affascinante.

C’è vita a Dallol ?

A causa dell’ambiente estremo di Dallol, l’area ha da sempre affascinato gli scienziati, poichè tutti i microrganismi in grado di vivere in quel posto sarebbero microbi estremofili di grande interesse per gli astrobiologi. Una spedizione di ricerca presentata nel 2016 è partita per scoprire cosa potrebbe vivere in ambienti alieni così poco accoglienti.

I risultati di questo studio sono stati pubblicati solo pochi mesi fa, in cui il team ha riferito che la prima prova di vita esistente tra quelle sorgenti calde e acide sono stati alcuni: “microrganismi ultra-piccoli” che misurano solo nanometri di dimensioni.

Ora, un nuovo studio condotto da un team separato di scienziati contesta la rilevanza di questo risultato.

In effetti, il gruppo ha rilevato prove della vita a base di arcaea oltre ai segnali di quelle che potrebbero essere sequenze di geni batterici, ma la maggior parte, secondo il team, deriva da contaminazioni umane.

“Abbiamo individuato due principali barriere fisico-chimiche che impediscono alla vita di prosperare in presenza di acqua liquida sulla Terra e, potenzialmente, altrove, nonostante la presenza di acqua liquida sulla superficie di un pianeta sia un criterio ampiamente accettato per l’abitabilità“, spiegano i ricercatori.

Una di queste barriere è la salamoia dominata dal magnesio, che induce le cellule a rompersi attraverso un processo noto come caotropicità; l’altro è un certo livello di tossicità data da un’intensa combinazione iperacido-ipersalina, che suggerisce “che possibili adattamenti molecolari a pH molto basso simultaneo e livelli estremi di sale elevati sono incompatibili oltre questi limiti“.

Naturalmente, l’assenza di prove non è prova di assenza. Solo perché un ampio campionamento della sauna salata di Dallol non ha rivelato forme di vita più complesse dei microfossili non prova che non ci siano affatto.

Ma fino a quando ulteriori e più approfondite analisi non indicheranno in modo convincente il contrario, resta certo che gli angoli più inospitali di Dallol non sono colonizzabili dalla vita.

A tutto c’è un limite. E le condizioni create da questo gioiello della geologia superano i limiti della vita sul nostro pianeta.

Per approfondimenti riguardanti questa affascinate e incontaminata regione dell’Etiopia, vi consigliamo la lettura dell’articolo sulla Dancalia.